Domenica …………. piove poi si apre un varco fra le nuvole e decido di andare lo stesso, mi dico male che vada torno a casa bagnato, la mi piccola è li che mi aspetta nel garage lì come l’ho lasciata l’ultima volta, oggi voglio andare da solo, mi sono detto, ed mi sono ritrovato in bici a pedalare.
Parto un po’ gasato, come al solito, discesa poi salita asfaltata il ritmo buono il cuore pompa e il respiro sia affanna, imbocco lo sterrato, le nubi sono minacciose, di nuovo discesa, la solita strada che conosco da anni.
Ecco una curva, un gregge mi precede costringendomi ad un ritmo blando, improvvisamente tutto in me cambia, entro in una dimensione diversa, anche i cani del pastore prima diffidenti si avvicinano con cautela e curiosità e camminando insieme a loro divento parte del branco, mi sono amici.
Poi mi trovo solo e parte dalla natura circostante, il monte Soratte venerato dagli etruschi è lì che mi aspetta con il suo profilo umano che si staglia contro il cielo scuro, il vento forte muove e fa frusciare le spighe di grano, le nubi nere e basse improvvisamente sembrano squarciarsi lasciando passare un raggio di sole che rende i campi color oro.
Fra i ciuffi d’erba pettinati dal vento vedo un telo verde, sotto per terra dorme un uomo, solo in mezzo al nulla, con un colpo d’occhio fugace il mio sguardo si sofferma sulle sue mani, l’unica cosa che esce per reggere il telo sferzato dal vento, le sue mani mi commuovono, grandi, scure e spaccate dal lavoro, la musica tranquilla nel mio ipod (“Guaranteed” E. Vedder) ho pensato alle mie figlie e alla gioia di quel momento e …sotto gli occhiali ho pianto e riso di gioia….un respiro profondo ed ho guardato in alto ed ho detto grazie, come se qualcuno potesse ascoltarmi, grazie per tutto quello che avevo in quel momento, ed in quel momento avevo tutto quello che potevo desiderare