Autore Topic: Doping: Il dossier Donati del 1994.  (Letto 7994 volte)

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Doping: Il dossier Donati del 1994.
« il: Dicembre 10, 2010, 02:49:07 pm »
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Non credo che se ne fosse mai parlato nel forum, comunque di seguito troverete il dossier realizzato nel 1994 (avete letto bene!) dal un medico del CONI, il dr. Sandro Donati, sul doping nel ciclismo e pubblicato dal mensile Epoca nel 1996. Io non ne avevo mai sentito parlare ma dopo averlo letto sono rimasto letteralmente a bocca aperta  :fear2:.
Provo ad incollarlo qui di seguito, è un pò lungo ma se siete degli appassionati di ciclismo come me vi consiglio caldamente di leggervelo tutto, ci sono i nomi e i cognomi, credo che dopo che lo avrete fatto non vedrete più le cose come prima:

Pubblichiamo integralmente il documento preparato dal dottor Sandro
Donati (e consegnato al Coni) sul doping nel ciclismo, assieme ai
commenti delle persone citate. Nel testo abbiamo sostituito con le
lettere dell'alfabeto greco o con i puntini di sospensione i nomi di
quanti, tirati in ballo, è stato impossibile raggiungere per raccogliere
un'eventuale replica o che, raggiunti, si sono rifiutati di commentare
nel merito le affermazioni contenute nel dossier.
L'utilizzazione dell'eritropoietina nel ciclismo professionistico
italiano (appunti di una breve inchiesta tra alcuni esperti e operatori)

1. Premessa
2. Informazioni raccolte
3. Interviste
4. Conclusioni

I commenti dei protagonisti


1. Premessa
Tutti coloro che ho interpellato sull'argomento sono stati concordi
nell' affermare che l'eritropoietina (a volte associata ad altri ormoni)
è utilizzata da un'elevatissima percentuale di ciclisti professionisti.
Come logica conseguenza a un'estesa diffusione, i corridori, i tecnici,
i medici, i dirigenti e i massaggiatori tendono a costituire una vera e
propria barriera di riservatezza, impenetrabile dall'esterno dei loro
ambienti. A ciò si aggiunga il fatto che il mondo del professionismo già
tende, di per sé, ad autogestirsi e a distinguersi dal resto
dell'ambiente ciclistico (per esempio, da quello dilettantistico). Si
può, dunque, ben comprendere come sia difficile raccogliere
testimonianze determinanti e, meno che meno, prove riguardo
all'utilizzazione, alle eventuali modalità di prescrizione e ai sistemi
di approvvigionamento dell'eritropoietina. Ciononostante, esiste una più
concreta possibilità di acquisire informazioni attraverso i canali
contigui al mondo del ciclismo professionistico: i corridori, i tecnici
e i medici che vi hanno militato di recente, i tecnici e i medici dei
dilettanti passati da poco al professionismo.
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2. Informazioni raccolte
Per procedere in questo sondaggio preliminare ho adottato il semplice
metodo di far derivare il materiale di partenza dalle informazioni in
possesso di alcuni esperti da me interpellati. E'implicito che si tratti
di persone particolarmente competenti e affidabili sul piano etico. Con
esse ho vagliato tutte le informazioni che man mano sono riuscito a
ottenere da altri e che, pure, ho distinto in schede.

Scheda n. 1 (F.V., tecnico) Ritiene che l'utilizzo degli steroidi sia in
forte diminuzione tra i professionisti e pressoché prossimo alla
scomparsa. In contrapposizione si è sempre più diffuso il ricorso ad
altri ormoni quali l'eritropoietina e la gonadotropina. In qualche caso
le due forme di doping vengono associate. In qualche altro le si pratica
in modo distinto. Soprattutto l'eritropoietina si è rivelata
estremamente efficace per lo sviluppo della capacità di prestazione
agonistica ed è divenuta la forma di doping più diffusa e praticata
almeno dal 60-70% dei corridori.
A somministrarla ci sono, nella grande maggioranza dei casi, i medici.
Fra questi il professor Francesco Conconi e alcuni dei suoi assistenti e
collaboratori. Il professor Conconi tratta direttamente alcuni campioni
come "Alfa" e fa da riferimento (consiglia, coordina) per altri come
Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Maurizio Fondriest. Il dottor Michele
Ferrari si occupa di Moreno Argentin, di "Beta", di "Gamma" e di
numerosi altri corridori appartenenti a diverse squadre: con i primi due
ha firmato un contratto con il quale si è assicurato una percentuale dei
loro guadagni, agli altri fa pagare a seconda del livello (dosaggio e
durata) del trattamento.
Il dottor "Delta", altro assistente del professor Conconi, ha
somministrato l'eritropoietina a Guido Bontempi della Carrera. Anche il
dottor "Sigma", a sua volta collaboratore di Conconi, risulta implicato
ma soltanto con singoli corridori e non con una squadra. Un altro medico
molto "attivo" è il dottor Santuccione di Pescara, soprattutto con i
dilettanti che continua a seguire allorché passano tra i professionisti.
In un caso il tecnico F.V. ha saputo direttamente da un corridore della
Squadra Nazionale Dilettanti che a "trattarlo" era stato il dottor
Santuccione: successivamente questo corridore è passato al
professionismo. Il tecnico è in grado di precisare ulteriori dettagli di
questo episodio.
In qualche altro caso sono addirittura i direttori sportivi a
interessarsi del trattamento con Epo dei propri corridori come, per
esempio, nel caso di Salutini della squadra Mercatone uno. Un corridore
di questa formazione durante il Giro d'Italia dello scorso anno, dopo un
avvio molto brillante, fu colto da un collasso.
Quando venne soccorso gli riscontrarono una frequenza cardiaca di 25
battiti al minuto (in pieno sforzo!).

Scheda n. 2 (Z.E., tecnico) Conferma del parere precedente a proposito
degli steroidi anabolizzanti: Z.E. li considera in disuso non solo tra i
professionisti ma anche tra i dilettanti. In sostituzione degli steroidi
i corridori tendono a utilizzare altri ormoni proteici quali, per
esempio, l'Acth e l'Hcg. Il professor Conconi è indicato nell'ambiente
del ciclismo professionistico come il punto di riferimento di Claudio
Chiappucci, di Maurizio Fondriest, di Gianni Bugno e di "Alfa".
Il dottor Michele Ferrari è considerato come il più coinvolto, fra gli
assistenti del professor Conconi, nella somministrazione dell'Epo. Di
lui i corridori dicono che ha tratto un enorme profitto economico
dall'attività di medico-dopatore.
Z.E. ritiene del tutto veritiera la distinzione indicata dal dottor
Polini fra gli atleti che venivano "curati" dal dottor Ferrari e gli
atleti (di minor valore) seguiti dallo stesso Polini. Fra questi ultimi,
evidentemente, il dottor Polini contava di trovare uno o due possibili
testimoni in grado di confermare quanto da lui dichiarato in televisione
e di fronte alla Commissione di Indagine del Coni.
Essi sono: Pierobon, passato in questa stagione con la squadra di Fanini
"Amore e Vita", considerando che è proprio da questa squadra che sono
venute molte delle informazioni riferite dal vicepresidente federale
Ferrini si potrebbe ritenere Pierobon come un possibile teste ma sarà
improbabile che accetti di deporre: Minali, corridore che spera di
ottenere qualche risultato in questa stagione e che, presumibilmente,
eviterà di parlare; Gamba, che nell'ambiente viene considerato come un
"raccomandato" e che, pertanto, non si trova nella condizione migliore
per esprimersi su un argomento così delicato; Martinelli, professionista
da tre anni, sempre assistito da Polini, quando Polini ha parlato era
fra i "disoccupati" ma ora, nonostante il suo non eccelso valore, ha
trovato una squadra e si guarderà bene dall'esporsi; Frattini, è un
corridore totalmente privo di risultati agonistici di sia pur minimo
rilievo, psicologicamente incerto, avrà certamente timore a parlare.
Come si può dedurre molto difficilmente Polini riuscirà ad avere
conferme testimoniali da qualcuno dei suoi ex corridori.
Il personaggio Ferrini va opportunamente inquadrato. E' un tipico
dirigente sportivo con radice politica che cura molto e che ha sempre
aiutato la propria base elettorale. Al punto che con il dilettante
Daddi, trovato positivo a un controllo antidoping, si adoperò in ogni
modo per fargli avere uno "sconto" nella sanzione, se non proprio un
annullamento. Occorre ricordare che Daddi era risultato positivo per
anabolizzanti a un controllo antidoping preventivo deciso dalla Fci,
prima dei Campionati Mondiali Dilettanti in Francia. Non venne, dunque,
convocato. Ferrini si adoperò a suo favore sostenendo che solo i
controlli ufficiali in gara potevano dar luogo a squalifiche. Il Cf
della Fci comminò, invece, due anni di squalifica. Ferrini si attivò
allora per farla ridurre. Dopo meno di un anno il Cf riesaminò il caso e
decise di ridurre a un anno la sanzione ma Ferrini che aveva proposto il
riesame votò addirittura contro! Occorre, inoltre, aggiungere che
proprio lui era il dirigente responsabile della Squadra Nazionale
Italiana nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, allorché i corridori
azzurri vennero sottoposti dal professor Francesco Conconi all'
emotrasfusione. A chi gli chiede come mai abbia taciuto su quei fatti
egli è solito rispondere che erano altri tempi e non si valutava appieno
ciò che si faceva.
Z.E. indica l'altro assistente del professor Conconi, "Delta", come il
medico della "Kappa", coinvolto nella somministrazione dell'Epo (...) in
particolare a Guido Bontempi e a Gian Carlo Perini altro corridore
"esploso" improvvisamente a grandi livelli dopo molti anni di carriera
anonima. A proposito del dottor "Delta" occorre rilevare che,
analogamente a Ferrari e "Sigma", è tra coloro che hanno firmato i
lavori scientifici del professor Conconi.
Per quanto si riferisce al dottor "Sigma", egli lavora a Ferrara (...).
Almeno in un caso (quello del corridore professionista Flavio Vanzella)
ha provveduto al trattamento con l'Epo dopo analisi e test svolti a
Ferrara. Z.E. ritiene il dottor Santuccione di Pescara collegato con il
tecnico della squadra nazionale Valentini e con gli stayer che sono
risultati positivi agli steroidi anabolizzanti. In un'occasione fu
trovato positivo addirittura un guidatore della moto da stayer, Grifoni,
poi morto a 40 anni per tumore. Nel 1991 un atleta abruzzese, D'Ascenzo,
fu trovato positivo per gli steroidi anabolizzanti. Il suo medico era il
dottor Santuccione. Durante il periodo di stop, dopo circa quattro mesi
dalla positività riscontrata, D'Ascenzo ha avuto un tumore alla gola che
lo ha costretto a una lunga degenza in ospedale.
Z.E. sostiene che anche "Tau", trovato a suo tempo positivo per gli
steroidi anabolizzanti, era stato trattato dal dottor Santuccione.
Quanto da lui affermato in occasione della sua audizione presso la
Commissione d'Indagine ("non mi sono mai drogato, sono stato vittima di
una trappola") è, dunque, totalmente falso.

Scheda n. 3 (I.O., medico) Rileva un particolare di significato
fondamentale: allorché si verificarono i ritiri in massa dei corridori
della "Lambda" dal Tour de France vennero trovate nelle loro urine
tracce di un farmaco fluidificante, l'intralipide. Si sa per certo che
in questa squadra si faceva un rilevante uso dell'Epo (tra l'altro la
"Lambda" ha avuto un morto tra i diciotto verificatisi per arresto
cardiaco, riconducibili all'utilizzo dell'Epo secondo il parere
autorevole di diverse fonti scientifiche).
Così come si sa che l'Epo produce un forte incremento della viscosità
del sangue e, dunque, un elevato rischio per la salute e per la vita. I
farmaci fluidificanti servono a bilanciare la maggiore viscosità del
sangue. Il professor Conconi e il suo gruppo vengono considerati
particolarmente esperti proprio nel "bilanciamento" fra l'Epo e i
fluidificanti. I.O. indica due canali di acquisizione dell'Epo che
servono, soprattutto, ai corridori e ai medici che non sono in grado di
avere il farmaco direttamente dalle strutture ospedaliere: la Farmacia
del Vaticano e le farmacie svizzere, specialmente quelle vicine al
confine. I.O. ritiene che la maggior parte dei corridori professionisti
che assumono l'Epo si rivolgano ai medici di Ferrara, soprattutto a
Ferrari oltreché a "Sigma" e "Delta".

Scheda n. 4 (L.U., ex corridore professionista) Ritiene che il dottor
Michele Ferrari sia, di gran lunga, il personaggio maggiormente
coinvolto nella somministrazione dell'Epo ai corridori professionisti.
Ha guadagnato cifre iperboliche con la sua attività di dopatore al punto
che, nell'ambiente, viene definito come il "corridore" che guadagna di
più al mondo dopo Miguel Indurain...
L.U. lo definisce un assatanato di denaro e descrive il sistema
"razionale" con cui ha definito i suoi interventi "professionali".
Esiste un primo livello di interventi (livello elementare...) per il
quale si limita a chiedere al corridore un compenso di 7-10 milioni
all'anno. Esso consiste esclusivamente nella stesura di un programma di
allenamento. Il secondo livello prevede, oltre al programma di
allenamento, la somministrazione di qualche farmaco (Epo, gonadotropina,
o altro). Il costo si aggira sui 12-15 milioni e corrisponde a un
trattamento farmacologico modesto quantitativamente. Occorre, infatti,
tenere presente che il dottor Ferrari fornisce direttamente all'atleta i
farmaci. (...) I livelli successivi non possono essere definiti in
quanto riguardano trattamenti con Epo e con altri ormoni molto costosi.
A seconda della durata del trattamento varia il costo. Solo i corridori
di gran nome possono accedere a questi livelli di trattamento (per
esempio, Argentin e "Ypsilon"). Il piccolo corridore è tagliato fuori.
Questa constatazione induce, spesso, i corridori più modesti a spendere
una grossa parte dei loro guadagni per un "investimento" in doping.
Per tale ragione si è sviluppato un vero e proprio livello "fai da te".
In questo modo l'atleta cerca di procurarsi personalmente l'Epo, per
risparmiare, affrontando così grandi rischi. Infatti, i corridori che
pagano il medico dopatore ricevono un'assistenza che diminuisce i rischi
e inoltre questi provvede ad "aggiustare" i livelli ormonali in modo che
l'atleta non risulti positivo agli esami antidoping.
L.U. ricorda il ricovero in ospedale di Moreno Argentin dopo la vittoria
al Campionato Mondiale su strada. Nell'occasione l'atleta era stato
trattato dal professor Conconi. Lo stesso fu, dal primario professor
Furlanello dell' ospedale di Trento, cacciato dal reparto dove era
ricoverato l'atleta. Ne scrissero anche i giornali.
La squadra Ariostea, diretta da Ferretti e che ha come medico sociale il
dottor Cecchini, è fortemente dedita al doping con l'Epo. Tra gli atleti
di questa squadra trattati ricorda Cassani, Lelli, "Omega", Saligari,
tutti molto forti durante il 1993.




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Re: Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #1 il: Dicembre 10, 2010, 02:49:53 pm »
SECONDA PARTE:

Scheda n. 5 (S.F., tecnico) Indica nel professor Francesco Conconi
l'origine della diffusione della pratica del doping mediante l'Epo.
Ritiene che il professor Conconi sia anche attualmente uno dei punti di
riferimento, anche perché i suoi assistenti che risultano coinvolti
nella somministrazione dell'Epo hanno condotto sotto la sua guida gli
studi di base, palesi o riservati, sull'Epo o collaborano con lui (per
esempio il dottor "Sigma") (...) nell'assistenza di alcuni importanti
corridori. Il dottor Michele Ferrari è, senza alcun dubbio, il medico
che tratta con l'Epo (e non solo con l'Epo) il maggior numero di
corridori professionisti. Tra l'altro alcuni importanti atleti
dell'Ariostea sono seguiti da lui. E' a conoscenza di un altro
collaboratore del professor Conconi, il dottor "Delta", attivo nella
somministrazione dell'Epo.
Per quanto concerne i canali di acquisizione dell'Epo sa che molti fanno
riferimento alla farmacia del Vaticano e alle farmacie svizzere. A volte
i medici che praticano il doping non risultano nei tesseramenti
ufficiali della squadra (è stato il caso, per esempio, del dottor
Ferrari che, fino a tutto il 1993, non risultava ufficialmente
tesserato: ora la Fci ha imposto alle squadre di utilizzare soltanto i
medici ufficiali ma la regola viene facilmente e sistematicamente
disattesa). In ogni modo, anche i medici prestanome sanno, così come
dimostra lo stesso caso di Polini. Rientrava in questa fattispecie il
dottor Cecchini di Lucca, medico ufficiale dell'Ariostea che ora, però,
ha ben imparato il "mestiere" dedicandosi, a sua volta, in proprio, al
trattamento dei corridori della sua squadra oltreché dei dilettanti e
amatori della sua zona. Il dottor Cecchini tratta anche Cipollini (anche
lui di Lucca), nonostante non sia un corridore dell'Ariostea.

Scheda n. 6 (Z.R., tecnico) Sostiene che il 70-80% dei corridori
professionisti utilizza l'Epo. Ha avuto occasione di parlare
direttamente con il professor Conconi di ciò che sta facendo il dottor
Ferrari. Il professor Conconi ha risposto testualmente che Ferrari ha
deciso di fare il commerciante. In seguito a questo colloquio ha
ricevuto dal segretario generale della Fci, il maestro di sport Renato
Di Rocco che era venuto a conoscenza della cosa, un esplicito invito a
evitare per il futuro l'argomento.

Scheda n. 7 (L.U., giornalista) C'è un medico belga di nome Van Mol che
lavora con la Mg Bianchi Gb e ha trattato con l'Epo alcuni corridori di
questa squadra fra cui, a più riprese, Franco Chioccioli. Questo medico
proviene dalla Del Tongo Mg di Beppe Saronni. Ha avuto, alcuni anni fa,
grossi problemi in Belgio per questioni legate al doping dei cavalli.
Inoltre, fu proprio lui a somministrare il cortisone a Beppe Saronni
durante l'ultimo Giro d'Italia da questi vinto. Il trattamento causò a
Saronni gravi problemi tra cui un'insufficienza surrenale. Da allora
Saronni non vinse più una gara. In seguito a questo fatto Saronni prese
posizione contro Van Mol ottenendo il suo allontanamento dalla squadra.
Dalla Del Tongo Van Mol passò nella squadra di "Eta" e trattò
farmacologicamente il corridore (...). In questo modo Van Mol tornò in
auge in un ambiente che presta ai trattamenti farmacologici
un'attenzione maniacale. Quando Saronni lasciò la Del Tongo (1991)
questa squadra riassunse Van Mol. Tutto il blocco della Del Tongo Mg,
nel 1992, si spostò alla Bianchi unitamente allo sponsor belga Gb (che
corrisponde a una catena di grandi magazzini belgi) portato proprio da
Van Mol, vero e proprio affarista a tutto campo. Van Mol conosceva,
dunque, molto bene la maggior parte dei corridori, Chioccioli compreso.
Altri corridori di grande nome trattati da Van Mol sono "Iota"
(nell'ambiente ciclistico viene giudicata incredibile la sua prestazione
nell'ultimo Tour de France) (...), "Mu" e Ballerini. Va aggiunto che il
dottor Van Mol, pur interessandosi di squadre italiane, ha sempre
mantenuto rapporti stretti con alcuni corridori belgi e ha provveduto
sia a trattarli farmacologicamente (tra di essi il più noto è "Pi") sia
a collocarli ora in una squadra ora in un'altra. C'è un particolare da
verificare riguardo alla presunta consegna da parte di Van Mol di due
fiale di Epo a un corridore che, a sua volta, le mise nelle mani del
dottor Alessandri che le fece analizzare. Alessandri ha operato per
qualche tempo come sostituto del dottor Merigo di Lucca con la squadra
nazionale femminile.

Scheda n. 8 (A.L., tecnico svizzero) Riferisce che in una farmacia di
Stabio, in Svizzera, vicino al confine con l'Italia, ha visto lo stayer
"Ro", per due volte durante il 1993, acquistare farmaci (Epo si presume,
poiché egli ha genericamente riferito che si trattava di una cura per i
globuli rossi) per alcuni milioni. "Ro" era in compagnia di un uomo con
i baffi (sia il tecnico dell'atleta Valentini, sia [...] li hanno).
Sembra che si sia rifornito di Epo solo per sé. "Ro" attualmente non ha
squadra, ma risulta in trattativa con la "Amore e Vita" di Fanini.

Scheda n. 9 (F.C., ex corridore professionista) Confida che il medico di
cui parla nelle sue interviste in televisione e sui giornali è il dottor
Ferrari. Descrive la sua villa dove, più volte, si è recato per ricevere
direttamente i farmaci da assumere...

Scheda n. 10 (E.B., ex corridore professionista) Ha corso con la squadra
di Fanini fino al 1992. Confida di essere stato trattato dal dottor
Ferrari. Molto difficilmente accetterebbe di parlare.

Scheda n. 11 (R.B., ex corridore professionista) Ha confidato a un
tecnico che lo aveva allenato in passato di aver fatto uso più volte di
Acth ma non di Epo durante i tre anni in cui ha gareggiato tra i
professionisti.

Scheda n. 12 (G.Z., medico) E' certo, avendolo visto in più occasioni
anche recenti, che gli steroidi tradizionalmente conosciuti siano stati
in gran parte abbandonati dai corridori professionisti e sostituiti con
altri non rilevabili dagli attuali sistemi di controllo antidoping.
Indica i farmaci da lui intravisti in numerose occasioni nelle borse dei
massaggiatori e dei medici durante le corse e negli alberghi:
- Genotropin (ormone somatotropo biosintetico)
- Maxicortex 2000 (corteccia surrenale)
- Neocromatoncortex 200 (corteccia surrenale + complesso B)
- Ne 300 (corteccia surrenale + complesso B)
- Profasi Hp (gonadotropina corionica)
- Sinsurrene forte (corteccia surrenale)
- Solu-medrol (metil-prednisolone)
- Synacthen (Acth)
- Synchodyn 1-17 (Acth)
- Andriol (testosterone undecanoato)
- Animine (caffeina)
- Astenile (prasterone)
- Bentelan (betametasone)
- Celestone (betametasone)
- Cortigen B6 (corteccia surrenale + B6)
- Eprex (eritropoiena)
- Flebocortid (idrocortisone)
A proposito della gonadotropina corionica ritiene improbabile il suo
utilizzo come sostanza doping vera e propria: piuttosto potrebbe essere
usata per riattivare le gonadi dopo trattamenti prolungati con gli
steroidi che hanno prodotto l'inibizione della produzione endogena.
Fino allo scorso anno era facilissimo scorgere i frigoriferi portatili
cui fa riferimento Polini, così come i medici e i massaggiatori
custodivano con discrezione ma senza troppi accorgimenti i farmaci
doping. Ora la situazione è cambiata, in seguito alle diverse accuse
mosse all'ambiente e al clamore di stampa che ne è derivato: si giunge
perfino a custodire i farmaci all'interno di doppi fondi nei furgoni
delle squadre.
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3. Interviste
Nelle ultime settimane sono comparse sulla stampa o in televisione
numerose interviste di "addetti ai lavori" dell'ambiente ciclistico che
hanno fatto una serie di denunce, essenzialmente sul problema dell'Epo.
Tra esse le più importanti sono certamente quelle del vicepresidente
della Fci Ferrini, del dottor Polini, del campione italiano Podenzana,
del suo allenatore Tendola e dell'ex corridore professionista Cavallini.
Ferrini è stato ascoltato dalla Commissione d'Indagine del Coni e non
conosco, se non frammentariamente e per sentito dire, ciò che ha detto.
Nelle interviste rilasciate ha, però, affermato che la pratica dell'Epo
è molto diffusa e che vi sono implicati medici noti. Mi risulta che in
Commissione abbia fatto il nome del dottor Michele Ferrari. Mentre con i
giornali ha fatto chiaro riferimento al traffico che si è sviluppato
sull' Epo e che vede coinvolte diverse persone dell'ambiente ciclistico.
Il nome del dottor Ferrari è, invece, stato fatto pubblicamente dal
dottor Polini. Fra gli atleti trattati dal dottor Ferrari egli ha
indicato Argentin, "Ypsilon" e "Ics". Ha anche fatto riferimento ai
piccoli frigoriferi a mano che ha visto comparire in occasione delle
corse. Cavallini, ex corridore professionista, piccolo industriale ben
avviato e, dunque, sufficientemente autonomo economicamente per poter
parlare, è molto più di un addetto ai lavori che ha visto o che è venuto
a sapere di fatti di doping. Egli lo ha praticato e lo dichiara.
Questo gli attribuisce una credibilità particolarmente elevata. Dice:
"Volevo migliorare le mie prestazioni, alcuni miei colleghi mi hanno
raccomandato un dottore, loro con le sue cure avevano ottenuto grandi
risultati, sono andato a trovarlo. Pensavo che mi spiegasse come
allenarmi, e invece mi ha detto di prendere delle medicine. Non ne
ricordo il nome, so però che contengono la gonadotropina, la sostanza
che hanno trovato nelle analisi di Volpi... Tutto il mio stipendio di
corridore se ne andava in boccette miracolo, voleva che facessi delle
iniezioni dieci-quindici giorni prima delle gare".
L'intervista rilasciata a Repubblica dal campione d'Italia Massimo
Podenzana è in linea con il quadro descritto da Cavallini, anche se il
suo linguaggio è velato. Tra l'altro ammette "che l'utilizzazione dell'
eritropoietina nel ciclismo è un fatto grave perché turba gli equilibri
sportivi... vedo che molti corridori vanno spesso a Ferrara, ma non so
se si limitano a semplici test".
L'allenatore di Podenzana, Gianni Tendola, analizza la situazione dal
punto di vista tecnico e dice: "L'uso dell'Epo rischia di trasformare
radicalmente il ciclismo, se non si corre ai ripari subito i corridori
puliti scompariranno... A cosa serve allenarsi tantissimo per poi essere
battuti da chi usa il doping?".
A proposito di ciò che è apparso sui mezzi di informazione, è anche
molto significativo l'articolo di Angelo Zomegnan apparso sulla Gazzetta
dello Sport del 27 agosto 1993.
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4. Conclusioni
Prima di sintetizzare quanto emerge dalle diverse "schede" da me
raccolte e dalle interviste rilasciate da alcuni protagonisti è utile
fare alcune considerazioni sulle peculiarità dell'Epo. Il suo costo
estremamente elevato e l'impossibilità di acquistarla in farmacia
rendono questa sostanza, per molti aspetti, assimilabile a quelle che
costituiscono l'oggetto del narcotraffico. In Italia, infatti, in base
alla normativa in vigore, possono acquistarla soltanto alcune strutture
ospedaliere specializzate. All'estero (per esempio in Germania o in
Svizzera o nella più volte citata Farmacia del Vaticano) una scatola da
sei fiale costa circa 600.000.
Al costo dell'Epo occorre, però, aggiungere quello dei farmaci
fluidificanti e l'onorario (si fa per dire...) del medico che regola il
tutto. Considerando che un trattamento può estendersi a un periodo di
circa sette settimane, il costo complessivo finisce per essere, spesso,
superiore agli 8-10 milioni. La notevole efficacia sul rendimento
atletico e i grandi guadagni che questa sostanza consente hanno
sovrastimolato il mercato dell' offerta e della domanda.
Non c'è alcun dubbio, se si fa riferimento alle tante e coincidenti
testimonianze in merito, che l'Università di Ferrara sia stata il nucleo
dal quale tale pratica di doping si è originata. Così come non c'è alcun
dubbio che il professor Conconi sia stato il punto centrale di
riferimento di questo nucleo attorno al quale si è formato un gruppo di
suoi assistenti. Il professor Conconi, così come è caratteristica dei
direttori di Istituto nelle università, ha gestito la pratica dell'Epo
con il suo gruppo che, però, con il trascorrere del tempo e con
l'aumentare degli interessi economici, ha perso la compattezza
originaria. Uno in particolare dei suoi collaboratori, Michele Ferrari,
si è distinto per spregiudicatezza e avidità di guadagni divenendo il
riferimento di un gran numero di corridori. Mentre il professor Conconi
s'indirizzava, sempre più, verso alcuni rapporti "privilegiati" (con
pochi grandi campioni, con il Coni, con le Fsn, con il Cio, con l'Uci) e
ben remunerati, il dottor Michele Ferrari restava pressoché padrone del
campo e si dedicava a una molteplicità di rapporti con squadre e con
singoli corridori.
Altri assistenti di Conconi (due almeno: "Sigma" e il dottor "Delta")
seguono singole squadre o pochi singoli casi. Esistono poi altri medici
dediti alla somministrazione dell'Epo: tra di essi spiccano il belga Van
Mol, il pescarese Santuccione e il lucchese Cecchini considerati da più
fonti come molto attivi. Perfino alcuni tecnici si sono buttati a
capofitto sull'affare-doping: uno di questi è il d.s. della Mercatone
uno Salutini, un altro è collegato con l'ambiente degli stayer, un terzo
è il d.s. della Mg Bianchi Gb Paolo Abetoni. Addirittura, in alcuni
casi, risulterebbero implicati degli ospedali.
Nell'ambiente del ciclismo professionistico è addirittura accaduto che
un tecnico che aveva appena acquistato in Svizzera farmaci doping per
circa 70 milioni reagisse con rabbia alla denuncia fatta da Ferrini che
rischiava di spaventare i suoi potenziali clienti.
Dinanzi a un fenomeno di tali caratteristiche e di tale portata è
evidente che la strategia di contrasto non può certo essere basata sui
controlli antidoping su sostanze, per altro, impossibili da rilevare, al
momento e forse per un anno ancora! E' più logico pensare a un'azione
combinata che si estrinsechi, da una parte, mediante un esposto alla
magistratura per appurare se sussistano gli estremi di reati penali e,
dall'altra, attraverso un'indagine della Commissione del Coni. L'esposto
alla magistratura va, se già non lo è stato, inoltrato con urgenza: è
ben noto che di Epo si muore. E' accaduto per 18 ciclisti olandesi e
belgi (nell' ambiente del ciclismo il numero viene già corretto a 22).
Pochi giorni fa è morto, all'età di 26 anni (non 27 come riportato dalla
stampa), il polacco Halupczok, per la solita crisi cardiaca. Nel 1989
aveva stravinto il Campionato Mondiale Dilettanti su strada e aveva
trascinato la sua squadra verso la medaglia d'argento della 100 km; nel
1990 aveva corso per la Diana Colnago e nel 1991 per la Del Tongo Mg (di
cui era medico il belga Van Mol).
Parlando con alcuni campioni professionisti si scopre che l'Epo e, più
in generale, l'esigenza del doping per essere competitivi, è divenuta
per loro un'angoscia, di cui non sanno come liberarsi. Ma chi dovrebbe
liberarli se non coloro che dirigono il ciclismo? E' totalmente ridicolo
che si sia giunti al punto che, a causa del doping, si salga sulle
montagne più prestigiose del Tour e del Giro con rapporti da pianura e
ad alta velocità, ma senza che si riesca a fare selezione essendo molti
corridori pieni di Epo, di Acth, di Hcg e di testosterone!
Parallelamente all'azione eventuale della magistratura il sistema
sportivo (il Coni, visto che la Fci non sembra in grado di farlo) deve
indagare per proprio conto. Ma con la volontà di scoprire. A tale fine
occorre, però, una Commissione d'indagine che abbia nel proprio interno
competenze specifiche rispetto agli argomenti di cui si occupa: almeno
uno specializzato in medicina dello sport che sappia distinguere una
pratica doping dall'altra e un esperto di allenamento che sappia
percepire e orientarsi nel linguaggio degli allenatori e degli atleti.

Offline alone

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Re: Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #2 il: Dicembre 10, 2010, 03:07:05 pm »
dossier del 1994...
 :no: che tristezza sapere che oggi , dopo 16 anni, invece di porre un rimedio si sono specializzati nel nascondere ancora meglio tutto cio'... :thumbdown:


Offline simo mtb

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Re: Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #3 il: Dicembre 11, 2010, 02:54:04 pm »
non ho parole, mi fanno schifo  :blink: tutto gira intorno ai soldi, alla pubblicità, alla fama, lo sport è in secondo piano..........questo mi fa capire ancora di più perchè amo la bici e mi fan  :sick: certi signori che si dicono atleti
equità
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Simone

Offline lorenzobiker

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Re: Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #4 il: Dicembre 11, 2010, 03:11:04 pm »
è tristissimo,ma  purtroppo non è niente di nuovo!
non finirà MAI!!
POTERE DEL PADELLONE VIENI A ME!!

Offline danieleroma1

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #5 il: Gennaio 19, 2013, 12:41:33 pm »
Prime 20 righe e prima inesattezza, se il dossier è del 1994 come faceva a esistere un corridore della Mercatone Uno che non esisteva ed è stata fondata solamente nel 1997 per Marco Pantani che lasciava la Carrera Jeans e tornava alle corse dopo l'incidente della Milano Torino del 1995??

Offline corratec75

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #6 il: Gennaio 19, 2013, 02:48:44 pm »
Prime 20 righe e prima inesattezza, se il dossier è del 1994 come faceva a esistere un corridore della Mercatone Uno che non esisteva ed è stata fondata solamente nel 1997 per Marco Pantani che lasciava la Carrera Jeans e tornava alle corse dopo l'incidente della Milano Torino del 1995??

....e gia hai scritto solo 3 righe e ti sei già sbagliato......perchè la mercatone uno è nata nel 92 affiliata a san marino fino al 95,e dal 97 l altra !
 :whistling2:

Offline gamatteo

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #7 il: Gennaio 19, 2013, 04:05:07 pm »
Mamma mia.... :sick:

Offline RonSon

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #8 il: Gennaio 19, 2013, 04:33:22 pm »
Che schifo, la mentalità del doping viene inculcata fin da ragazzini, provate a iscrivere i vostri figli in qualsiasi squadretta..

Offline seagate

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #9 il: Gennaio 19, 2013, 05:47:47 pm »
avevo già letto qualcosa di Donati....comunque resta il fatto che la maggioranza di quelli citati nell'articolo sono ancora in giro nell'ambiente.. chi fa il rettore, chi pilota elicotteri..chi coi capelli lunghi  :naughty: gira nelle GF sia mtb che bdc... ma va bene cosi  :naughty:....quindi non stupiamoci tanto se le cose  continuano ad andare come prima... :naughty:

vedremo se l'affaire LA porterà al suo vero fine: «Se vuole redimersi, racconti davvero la verità»

Offline oniriko77

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #10 il: Gennaio 19, 2013, 06:39:15 pm »
chi pilota elicotteri..
:bleh:
hai letto sulla stampa la sua intervista sul caso armstrong ?
smentisce il fatto che all'epoca erano tutti dopati.

Offline seagate

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #11 il: Gennaio 19, 2013, 06:50:09 pm »
 parli del il pilota di elicotteri????  quello vero magro che ho visto in fiera a Padova l'anno scorso insieme ad un'altro che Donati cita ed ora è nella produzione di bici....  non quello nostro un poco ciccio     :biggrin2: :biggrin2:  intendi lui??


Offline p04

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #12 il: Gennaio 20, 2013, 11:12:22 am »
non l'avevo mai letto questo dossier...

un altro aspetto marginale (ma forse neanche tanto) di tutta questa faccenda, è che tutti i dottori ruotano intorno al'università di Ferrara (chi rettore, chi assistente ecc.).

Mi girerebbe le pa**e se fossero stati usati laboratori, strutture, test dell'università stessa, università statale pagata dagli studenti e dai cittadini.

Ma figurati, loro son personcine perbene e tutti gli studi gli avaranno fatti a casa la sera dopo cena fuori orario di lavoro!

Offline seagate

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #13 il: Gennaio 20, 2013, 11:20:11 am »
@p04  il fatto che tutto ruoti attorno al centro di Ferrara  lo trovo cosa giusta, tutto doveva confluire nel centro medici e tecnici vari...

scusami perchè non dovevano usare il centro i vari atleti???  ti ricordo che se volevi avvalerti delle loro consulewnzi dovevi pagare....io ci sono stato e ho pagato....quindi ne avevo tutto il diritto di avvalermi delle loro strutture, scusami cosa pretendevi???? e stessa cosa i vari prof sia del cilismo visti di persona, che del fondo, manifesti nel centro appesi alle pareti...che sicuramente non ci andavano gratis...


Offline p04

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Re:Doping: Il dossier Donati del 1994.
« Risposta #14 il: Gennaio 20, 2013, 02:49:18 pm »
@p04  il fatto che tutto ruoti attorno al centro di Ferrara  lo trovo cosa giusta, tutto doveva confluire nel centro medici e tecnici vari...

scusami perchè non dovevano usare il centro i vari atleti???  ti ricordo che se volevi avvalerti delle loro consulewnzi dovevi pagare....io ci sono stato e ho pagato....quindi ne avevo tutto il diritto di avvalermi delle loro strutture, scusami cosa pretendevi???? e stessa cosa i vari prof sia del cilismo visti di persona, che del fondo, manifesti nel centro appesi alle pareti...che sicuramente non ci andavano gratis...

distinguiamo 2 casi:

  • consulenze presso strutture ufficiali = trattamenti all'interno della legalità = fatture

    consulenze "nel camper" = trattamenti al di fuori della legalità = nero (e tanti tanti soldi)

il mio commento non era riferito al primo caso, ce ne sono tante di strutture nate dall'ambito universitario (spin-off).

Sono rammaricato del 2° caso, quello che ha fatto arricchire parecchio delle persone, probabilmente al nero, quello dove sono state somministrate sostanze non legali e tutto questo grazie a conoscenze e know how maturato all'interno di un università pubblica.