23/08 Abbadia Isola – Radicofani
Dati tecnici: Km percorsi: 95 Dislivello tot: 1753 mt Tempo impiegato (incluse le pause): 9h Velocità media 17.2 km/h Calorie: 3389
Sveglia ore 6.50 preparo i bagagli e alle 7.30 faccio un’abbondante colazione con tè biscotti e crostata della Pina, rimonto i bagagli sulla bici pronto per ripartire ma prima ricevo la preghiera del pellegrino per il cammino che affronterò. Dopo i saluti con i quattro ospitalieri parto in direzione di Monteriggioni seguendo lo sterrato che arriva ai piedi della collina ove si erge, qui salgo a piedi per 250mt perché la pendenza è elevata. Arrivato in cima mi trovo datanti alla porta di accesso al borgo medievale. Monteriggioni è davvero unico, posto in cima ad una collina è circondato da mura con torri di avvistamento, la topografia è semplice ha strada principale e altre poche stradine percorrono le poche costruzioni presenti.
Ripreso il cammino non ho capito bene dove andava la traccia gps e ho deciso di prendere la cassia (che non mi abbandonerà più fino a Roma!) per arrivare il più velocemente possibile a Siena dove mi aspetta Sembola (Nicola) che sarà la mia guida fino a S. Quirico. Ho un buon passo e la strada vallonata con un susseguirsi di boschi e radure coltivate fanno sì che raggiungo Porta Camollia a Siena dove trovo ad aspettarmi Sembola (si è preso un giorno di ferie per accompagnarmi e il giorno prima aveva raggiunto in macchina S.Quirico ed era tornato a Siena con la bdc!!! Strepitoso!), dopo le presentazioni di rito ci dirigiamo verso il centro storico. Da buon toscano senese e contradaiolo della giraffa mi spiega tutto della storia di Siena e dei suoi monumenti, entriamo in Piazza del Campo illuminata dai primi raggi del sole mattutino, è meravigliosa, mi vengono in mente i rumori della folla inneggiare i propri cavalli, li vedo laggiù affrontare la famosa e mitica curva di San Martino …
il Sembola mi chiama e ritorno alla realtà, andiamo, passiamo per la piazza in bici e arrivato alla curva famosa mi fermo e la guardo, in televisione sembra tutto più grande ma dal vivo vi assicuro che è molto più piccola! Lasciamo Piazza del Campo e dopo una serie di stradine usciamo da Siena sotto l’arco di Porta Romana. Dopo una serie di strade abbiamo fatto la sosta per la colazione a Isola D’Arbia e poi ripartenza subito su sterrato che non lasceremo più per diverse decine di km. Dopo pochi km di sterrato si sale verso Cuna per ammirare la Grancia un granaio senese fortificato, eccezionale costruzione e inventiva (peccato che era in ristrutturazione!). Lasciata Cuna facciamo direzione per Buonconvento sempre su sterrata, il panorama è davvero eccezionale i colori del verde si alternano ai colori marroni della terra creando un quadro cromatico indimenticabile. Facciamo un’altra sosta a Buonconvento anche per rifornirci d’acqua, il paese è costruito tutto con mattoni e il colore che rimane impresso è il terra di siena naturale. Si riparte e subito fuori l’abitato si lascia la cassia e si prende la strada provinciale del Brunello sterrata, attraversa le varie cantine che producono il famoso vino, si pedala tra innumerevoli filari colmi di uva nera, quasi pronti per il raccolto, la tentazione di assaggiare un chicco è forte ma al solo pensiero del duro lavoro per estrarre quel nettare divino (e il brunello deve anche invecchiare quattro anni!!!) mi fa desistere. Qui i sentieri si intersecano di continuo e alcuni tratti che percorro fanno parte del circuito dell’Eroica o anche meglio conosciuta come “Le strade bianche”. La mia guida Sembola mi fa transitare anche sullo sterrato che nel 2011 ha visto protagonisti i pro del giro d’italia, ma in quell’occasione il fango la faceva da padrone e i ciclisti erano tutti uguali indistinguibili, marroni, noi solo impolverati.
Ormai la nostra meta è Torrenieri dove ci fermiamo per il pranzo, panini con prosciutto e pizza con uva, caffè e si riprende a pedalare su asfalto percorrendo la provinciale 137, deserta perché parallela alla cassia e gli automobilisti preferiscono quest’ultima, dopo una bella discesa e una salita pedalabile e tra una chiacchiera e l’altra si arriva a San Quirico. Il paese mi accoglie con uno splendido bronzo dedicato a Tazio Nuvolari in memoria della mille miglia. Si entra in paese e subito si rimane estasiati dalla collegiata e dal Palazzo Chigi. Qui purtroppo devo salutare la mia guida che ringrazio di cuore, lui deve tornare a Siena e io devo proseguire verso la mia meta Radicofani. Continuo lungo la cassia che scende e dopo pochi chilometri devio per andare a visitare Bagno Vignoni famoso sin dai tempi degli etruschi e dei romani che sfruttavano le sue calde acque vulcaniche per le cure termali, al centro del borgo in Piazza delle Sorgenti è presente una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. Le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi, come Papa Pio II, Caterina da Siena, Lorenzo de' Medici e tanti altri artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura.
Lascio Bagno Vignoni e riprendo la cassia in lontananza sull’orizzonte spostato a sinistra rispetto al monte amiata si vede una montagna con una torre in cima, mumble mumble assomiglia tanto alla torre del signore degli anelli penso che sia proprio Radicofani, devo arrampicarmi lassù in cima, pazienza tanto è ancora presto e mancano parecchi km prima di arrivare alla base della salita. Qui la cassia attraversa distese di campi aridi con dolci saliscendi, il traffico è poco e si pedala bene, i centri abitati sono un miraggio e l’unico che si attraversa è Gallina. Qui effettuo una sosta per mangiare una frutta e bere, riprendo il percorso e dopo breve la cassia diviene più larga ma resta sempre deserta, percorro diversi km in solitaria non passa neanche una macchina. Ora viene il bello inizia la salita 8km con 420mt di dislivello, prendo il bivio e la strada inizia a salire con pendenze intorno al 4-5% ma con i tanti km sulle gambe anche il più piccolo strappo si fa sentire e mi devo fermare e proseguire a piedi sui tratti più duri, sono tranquillo tanto prima o poi al paese ci arrivo!! Impiego circa 1 ora per arrivare a Radicofani , la parte più antica è costruita con pietra vulcaniche, quindi il colore predominante è il grigio. Della Rocca di Radicofani ne è documentata l'esistenza fin dal 978, anche se le origini sono molto antecedenti e risalgono all'epoca Carolingia, quando venne acquistata da parte dei Monaci di Abbadia San Salvatore. La Rocca fu possedimento dei monaci fino al 1153 quando venne riscattata dallo Stato Pontificio. Per la sua posizione strategica sull'antica via Francigena (è sita su un colle alto 896 metri e raggiunge sulla terrazza merlata la ragguardevole quota di +960 mt s.l.m.) la Rocca di Radicofani venne usata da Papa Adriano IV per arginare l'avanzata (sia politica che militare) di Federico I il Barbarossa che governava la Toscana centro sud dall'alto del Castello di Montegrossi. Mi sistemo presso l’ospitale dei SS Pietro e Iacopo gli ospitalieri sono stati davvero accoglienti e gentili, sono due coppie moglie e marito di Pordenone, qui trovo altri pellegrini a piedi che sono arrivati nel primo pomeriggio. Dopo il consueto rito della lavanda dei piedi si può cenare con il seguente menù: pasta al sugo con verdure, rustici con fruste (fatti da un pellegrino), frittata con patate, insalata russa, insalata e vino. Dopo la cena l’ospitaliere è sceso e davanti alla Chiesa di S. Pietro ha suonato la Giba (spero si scriva così) cornamusa irlandese, la piazza si è riempita al suono della stessa, non avevo mai sentito dal vivo e da così vicino il suono della cornamusa. Sono stanco vado a letto son le 22.30.
24/08 Radicofani-Cura di Vetralla
Dati tecnici: Km percorsi: 90 Dislivello tot: 1150 mt Tempo impiegato (incluse le pause): 9h30’ Velocità media 17.8 km/h Calorie: 2803
Oggi non riesco proprio a svegliarmi anche se la sveglia era alle 6.50, il pellegrino che ha dormito nella mia stessa stanza mi chiama “romano, romano sveglia sono le 7 passate”, decido di alzarmi anche se il sonno la fa da padrone, con calma inizio a preparare i bagagli, mi cambio e una volta tutto pronto vado a fare colazione. Tutti i pellegrini sono già in cammino sono rimasto solo con gli ospitalieri, dopo aveer consumato una bella e robusta colazione carico la bici dei bagali e alle 7.45 sono pronto a partire. La giornata inizia bene circa 9km di discesa sulla vecchia cassia tutta sterrata, il panorama spazia su tutta la vallata sottostante, la disceso mi impegna un po’ a volte il fondo è scivoloso e devo fare qualche tratto a piedi.
Arrivato a Ponte a Rigo prendo la cassia in direzione di Acquapendente, fortunatamente fino ai piedi del paese la strada è tutta pianeggiante, si rientra nel Lazio, l’odore di casa si fa sentire e sono contento. La salita non è dura e in breve raggiungo Acquapendente (vedo anche il bivio per Grotte di Castro dove si svolge una gara xc, troppo lontano da casa!) proseguo in direzione S. Lorenzo dove sosto per la colazione. Ripreso il cammino dopo pochi km prendo lo sterrato che mi porterà a Bolsena, bel sentiero immerso nei boschi, incontro anche qualche pellegrino a piedi li saluto e proseguo.
Lascio lo sterrato e riprendo la cassia ma dopo pochi metri buco la ruota davanti, mi fermo e sostituisco la camera d’aria ma con sorpresa scopro che hanno le valvole corte (prese dal decathlon), quindi per risolvere ho gonfialo la camera con la bomboletta gonfia ripara, mentre svolgevo questa operazione si ferma un ciclista che gentilmente mi offre il suo aiuto e gli chiedo se conosce un posto dove poter fare un bagno in tranquillità, mi porta al lago per mostrarmi il posto e mi dà indicazioni per arrivare a Montefiascone e per arrivare al negozio di bici Cicli Caprio-Timebike. Trovo un posto per cambiarmi e dopo pochi minuti sono dentro l’acqua per un bagno memorabile, l’acqua è stupenda e fresca, dopo lo sterrato ci voleva proprio.
Mi cambio preparo la bici e riparto in direzione Montefiascone, ripresa la cassia e percorsi circa 4km lascio l’asfalto per riprendere lo sterrato che si inoltra in un bosco, arrivato ad un quadrivio non ho capito bene quale strada prendere e mentre effettuavo dei tentativi con il gps è arrivato un contadino con il trattore si è fermato e mi ha dato indicazioni precise sul percorso da seguire. Proseguo secondo quanto indicato, confermato anche dalla traccia gps, svolto a sinistra e la strada sale per 300mt con una pendenza impegnativa dentro un campo, devo scendere e farla a piedi, per un tratto devo per forza seguire un canale formato dalle acque piovane, fortuna che ci sono delle more grosse come prugne!!! Lo strappo sembra non finire mai, provo a salire sul campo dove ci sono gli ulivi ma il terreno è arato e si affonda, ma devo andare avanti, vedo la cima, si avvicina in fretta e finalmente finisce, devo sostare per svuotare le scarpe dalla terra e per bere. Ora il sentiero diviene una sterrata battuta passo per vigneti e maneggi e dopo pochi km riprendo l’asfalto, la fatica si fa sentire e devo fermarmi ogni tanto per bere e riprendere fiato. Arrivato a Montefiascone mi fermo al negozio TimeBike dove acquisto una nuova camera d’aria e una bomboletta gonfia e ripara, inoltre chiedo e ottengo indicazioni per mangiare, oggi non voglio panini ma un bel piatto di pasta, mi consigliano la trattoria da Pancino. La trattoria si trova al centro del paese, ha i tavoli fuori, parcheggio la bici e scelgo un tavolo dove posso vederla, così posso mangiare tranquillamente. Il proprietario Massimiliano è cordiale e ci troviamo subito in sintonia anche lui è un biker, mi chiede interessato del mio viaggio e mi dà indicazioni ben precise sul percorso da seguire fino a Viterbo, dovrò passare per la cassia vecchia tutto sterrato e fare attenzione alle pietre. Ordino un bel piatto piramidale di pasta al pomodoro, melone, coca cola, acqua e caffè al prezzo di 12,50€. Dopo essermi ripreso e i doverosi saluti riparto, una volta preso il sentiero ecco le prime pietre, ma con grande sorpresa mi accorgo che sto passando sulla cassia antica quella realizzata dai romani.
Il percorso è gradevole e pedalabile senza grandi dislivelli il lontananza si vede Viterbo, sul percorso trovo delle piccole terme sulfuree, l’acqua è di colore celeste. Arrivo presto a Viterbo e la città è deserta sono le prime ore pomeridiane, salgo nella parte vecchia e visito la piazza del Comune e la piazza del Palazzo dei Papi e davvero bella e si respira l’aria medievale, immagino la macchina di Santa Rosa che percorre queste vie così strette una cosa davvero impressionante.
Dopo un bel gelato riprendo la strada che mi porterà alla meta odierna Cura di Vetralla. Sono di nuovo su una sterrata, seguo la traccia gps e mi ritrovo davanti ad un cancello arancione che in apparenza sembra chiuso con catena e lucchetto (con i cani che abbiano sulla mia sinistra) ma ben presto scopro che si apre un’anta, passo e richiudo il cancello alle mie spalle. Sono dentro un terreno con gli ulivi e non riesco a capire dove devo andare finalmente trovo un’indicazione con il pellegrinetto che indica di passare per il campo dritto, vado e poi trovo una freccia a sinistra, con stupore scopro le stazioni della Via Crucis, fatte da bassorilievi su pietra e ogni stazione ha un cipresso, ci sono anche due tombe etrusche, il posto è suggestivo e invita al raccoglimento. Una volta ripreso il sentiero normale lo seguo per diversi km costeggiando la cassia e poi l’asfalto, attraversato il paese di Vetralla mi dirigo verso Cura di Vetralla ma per raggiungere il Monastero Regina Pacis devo fare l’ultima salita di 1km impegnativa. L’accoglienza delle suore è davvero impeccabile, mi mostrano la stanza con bagno in camera, lenzuola pulite e asciugamani sul letto, tutto pulito, mi sistemo, faccio una bella doccia, lavo i panni e li stendo in bagno, mi vesto e vado a Messa (la suora: alle 18.00 c’è la Messa!). Alle 19.30 si cena e che cena, tutti i prodotti sono coltivati dalle suore, pomodori con riso, petti di pollo con pomodorini, zucchine grigliate, zucchine in umido, frutta, vino e acqua (prezzo 30€). Alle 22.30 sono a letto con il pensiero che arriva la pioggia.