Per riprendere il discorso sulla biomeccanica, personalmente non sono del tutto persuaso che si tratti di una scienza esatta. La definirei una scienza che tende all'esattezza ma che, per sua natura, questa esattezza è sfuggevole, tante volte quante sono gli individui del pianeta terra.
Perchè è sfuggevole ? Perchè l'individuo "canonico", o l'uomo vitruviano che dir si voglia, è uno standard ideale che riguarda una percentuale estremamente esigua della popolazione, e tutti i programmi di biomeccanica prendono come riferimento questo "dogma" o "parametro base" da cui partire per avere la "posizione ciclistica base" verso cui far tendere ogni individuo che si siede su una bicicletta, e con tutte le sue varianti anatomiche e funzionali. Il programma preinstallato nei server dei biomeccanici parte da preconcetti che vengono imposti dall'alto, come per esempio la "posizione su bicicletta cross country", o la "posizione su bici da corsa". Si dà per assodato che queste posizioni siano quelle ideali verso cui indirizzare la morfologia del ciclista. Ma chi è in grado di stabilire quale sia la posizione ideale su bici da xc o corsa, e sulla base di cosa ? Non stiamo parlando delle tavole della legge scese dall'alto sul monte Sinai, ma di uno standard che qualcuno ha concepito non si sa bene su quali e quanti parametri, nè perchè. Velosystem ad esempio, ritiene che la posizione del ciclista su bici cross country deve essere x, z, y, ecc...dando come parametro base una bici ideale che sappiamo bene non esistere, perchè ogni marca, modello, tipo, varia anche considerevolmente l'una dall'altra.
Allora, le varianti tra le varie bici, tra le varie morfologie anatomiche, tra le varie impostazioni, diventano un ginepraio infinito per il quale parlare di esattezza è praticamente utopico e, come dimostra la foto della bici di Kulhavy ad inizio thread, si entra all'interno di talune soggettività che da sole bastano a mettere in discussione tutti questi presunti dogmi che sono alla base dei programmi biomeccanici. Alla fine ci si può soltanto avvicinare ad un modello che sia il più "innocuo" possibile per l'individuo che vi è ricorso